mercoledì 15 ottobre 2014

Gnocchi modestia e nobiltà (pomodoro, peperoni e robiola)


Ingredienti per 4 persone:
500 gr gnocchi
450 gr pomodori
100g peperoni grigliati sott'olio
120 gr di robiola
parmigiano
sale

Procedimento:
Scottare i pomodori in una padella con dell'olio e salare. Frullare i pomodori scottati, i peperoni e la robiola, aggiungere parmigiano.
Cuocere i gnocchi in una pentola con l'acqua salata. Quando i gnocchi vengono a galla, scolarli e condirli con la crema creata.

venerdì 3 ottobre 2014

Bocconcini di pollo al marsala



Ingredienti per 4 persone:
500g di petto di pollo intero
500ml di brodo di pollo
½ bicchiere di marsala
burro
sale pepe

Procedimento:

Tagliare il petto di pollo a cubotti. Far sciogliere in padella del burro e far rosolare i cubotti di pollo. Una volta dorati aggiungere il brodo caldo, cuocere a fuoco medio fino a che completamente assorbito. Sfumare col marsala, salare e pepare.

giovedì 2 ottobre 2014

Tè verde e Guaranà per il controllo del peso



Oggi al supermercato ho cercato degli integratori drenanti e coadiuvanti per una dieta ipocalorica, viste le 2 gravidanze ravvicinate e visti i 15 kg ancora da perdere.
Ho trovato un integratore alimentare in capsule a base di estratti di Tè Verde e Guaranà della Vitarmonyl.

Il Tè  Verde:
è un concentrato naturale di antiossidanti, necessari al nostro organismo per rallentare l'invecchiamento cellulare, favorire la rigenerazione dei tessuti e contrastare i radicali liberi, che possono essere responsabili delle malattie degenerative.
Il Tè Verde è un alleato benefico contro l'obesità e i chili di troppo, nel tè verde sono presenti alcune sostanze in grado di portare ad una maggiore capacità dell'organismo di bruciare i grassi in eccesso e di ridurre l'assirbimento dei grassi introdotti con l'alimentazione.

Il Guaranà:
è dotato di proprietà toniche, stimolanti, energizzanti, diuretiche, dimagranti e antiossidanti.
La caffeina contenuta nel Guaranà stimola il tessuto adiposo con aumento della termogenesi, osservando quindi un aumento del consumo energetico sotto forma di calore.

In queste capsule, l'azione combinata del tè verde e del guaranà aiutano a bruciare i grassi e permettono al corpo di smaltirli più velocemente. Questa formula è perfetta per chi vuole bruciare il grasso accumulato.
Consigliano di assumere 2 capsule al giorno, meglio di mattina, con un bicchiere d'acqua.
La confezione contiene 60 capsule, la quantità per il programma di 1 mese, si consiglia di non prolungarne oltre l'utilizzo senza il parere di un medico. 
Non è adatto  per le donne in gravidanza in quanto il dosaggio giornaliero contiene 7 mg di caffeina sconsigliato durante la gravidanza.
Ovviamente sono integratori da associare ad una dieta sana ed equilibrata. 

Il costo è di circa Euro 8,00

giovedì 18 settembre 2014

Mangiare da soli, quando e come?



Quando Nicole aveva 14 mesi ho iniziato a pormi il problema che forse avrebbe dovuto iniziare a mangiare da sola. Non esiste un'età giusta per iniziare a far mangiare da solo un bambino, bisogna leggere i segnali che ci dà.

Nicole erano ormai mesi che riusciva a bere da sola, intorno ai 6 mesi ha iniziato a sperimentare l'utilizzo del biberon in autonomia e poi è passata alla tazza senza manici. Per quando riguarda il mangiare, a 14 mesi mangiava tranquillamente da sola tutto quello che riusciva a tenere in mano, frutta, pane, biscotti. Per portare alla bocca piccoli pezzetti di cibo come, prosciutto, pasta, etc., usava il pollice e l'indice come fossero due piccole pinzette con le quali prende i pezzetti uno alla volta.

Fin dallo svezzamento abbiamo sempre incoraggiato Nicole a scoprire il cibo facendoglielo manipolare e portare alla bocca da sola, è importante che il bambino conosca il cibo attraverso il tatto, il gusto e l'olfatto. Che sia stata frutta, pane, o altro, abbiamo sempre cercato di spingerla a mangiare da sola tutto quello che era nelle sue capacità, in modo che instaurasse un buon rapporto col cibo e fosse invogliata ad assaggiare tutto. Per questo aspetto non abbiamo mai avuto problemi perchè lei è sempre stata molto curiosa in fatto di cibo e ha sempre voluto assaggiare tutto quello che vedeva nei nostri piatti.

Nicole a 14 mesi si mostrava interessata ai nostri bicchieri di vetro e voleva utilizzarli per bere al posto della sua tazza, era incuriosita anche dalle posate, ovviamente i coltelli erano completamente fuori dalla sua portata a quella età, però il cucchiaino glielo davamo in mano da scoprire e prenderci confidenza, quella che potrebbe essere utile per lei per poter iniziare a sperimentare il fatto di mangiare da sola è la forchetta, ma sinceramente mi facevano paura i denti di quest ultima, avevo paura che se li potesse mettere negli occhi. Paura che prima o poi avrei dovuto superare.
Decisi quindi di farla provare a mangiare da sola, le porgevo la forchetta con già infilzata la pasta piuttosto che la verdura e con soddisfazione ho potuto vedere che non aveva per niente difficoltà a portare la posata con il cibo alla bocca.
Ora l'unica cosa su cui ci saremmo dovuti allenarci era riuscire a infilzare i cibi con la forchetta e a raccogliere altri tipi di cibi con il cuccchiaino. L'azione di portarli alla bocca era già stata collaudata.
Provammo a metterle sul seggiolone un piattino con dei piccoli pezzi di un tipo di cibo che le piace in modo particolare, così che sia spinta dalla golosità a prenderlo da sola. Quello che pensavo potesse accadere, visto che la signorina è molto furba e pratica riguardo quello che vuole ottenere, è che non guardasse le posate ma utilizzasse le dita per mangiare e dopo averle proposto più volte l'utilizzo della forchetta lanciasse in terra piatto, forchetta e cibo.
All'inizio si spazientiva nell'utilizzare la forchetta da sola e si stancava perchè era un'azione nuova che le richiedeva impegno e concentrazione quindi a metà pasto, se la vedevo stanca e spazientita, subentravo io ad aiutarla nel terminare il piatto.

Bisogna avere pazienza, come in tutte le cose, perchè questa fase educativa sarà molto lunga. Bisogna oltre che insegnare meccanicamente al bambino a nutrirsi da solo, con il tempo bisognerà anche insegnargli il modo corretto di sedersi a tavola, come comportarsi in modo educato e composto. Ovviamente la cosa più importante è il nostro buon esempio. Il bambino copia quello che facciamo noi genitori, quindi se noi per primi ci comperteremo in modo educato a tavola, lui di conseguenza farà lo stesso.
E' importante mettere il bambino nel seggiolone a tavola con noi mentre mangiamo in modo che imparerà che l’ora del pranzo o della cena sono anche un’occasione per stare tutti insieme.

Attorno ai 18 mesi il più sarà stato fatto: a quest’età i bambini generalmente vogliono fare tutto da soli per affermare la propria autonomia; a due anni i bambini di solito riescono a mangiare da soli a non sporcarsi più, e verso i due anni e mezzo sono in grado di usare la forchetta. A tre anni ormai sanno stare correttamente a tavola.

Dr. Seuss


Ho sentito diverse volte nominare i 'famosi' libri del Dr. Seuss, e oggi ho deciso di andare in biblioteca per prendere tutti quelli che avevano a disposizione. Purtroppo ne avevano solamente due, ma sono stata soddisfatta di averli trovati, non pensavo li avessero.

 Giunti Editore ha portato in Italia il classico della narrativa americana per bambini: il Dr. Seuss è infatti il più famoso autore e illustratore americano per bambini e ragazzi.
Nel corso della sua lunga vita ha scritto e illustrato più di quaranta libri firmandosi "Dr. Seuss", pseudonimo con il quale è passato alla storia (il suo vero nome è Theodor Seuss Geisel).
Fra i suoi successi più famosi si possono citare Prosciutto e uova verdi, Il gatto col cappello, L'uovo di Ortone e Ortone e i piccoli Chi. Il Grinch è considerato la sua opera migliore, è stato adattato numerose volte in diversi specials televisivi, tre lungometraggi e un musical a Broadway.
Le sue storie quasi tutte in rima, sono divertenti, tenere, e allo stesso tempo profonde. Con l'aiuto dei suoi personaggi fantastici, il Dr. Seuss affronta temi come l'adozione, la fedeltà alla parola data, la tutela delle minoranze e dei loro diritti, la folle corsa agli armamenti.
Seuss non si stanca mai di sottolineare il contrasto tra il bisogno di fantasia dei bambini e l'incapacità degli adulti di andare oltre la realtà e attraverso i suoi disegni e le sue filastrocche, solo apparentemente assurde, ci insegna a osservare la vita da ogni angolazione possibilee, ma sempre con grande delicatezza e umorismo.

I libri che ho trovato in biblioteca sono:

Prosciutto e uova verdi e La battaglia del burro.
Li ho letti tutti di un fiato, sono libri molto semplici, adatti a bambini da 0 a 3 anni. Sono libri divertenti, fluidi e con piacere ho trovato un finale educativo in entrambi.
Le illustrazioni sono molto caratteristiche, è interessante l'utilizzo che fa del colore alternato al non colorato. Ricche di personaggi completamente di fantasia che hanno sempre a che fare con strane invenzioni e macchinari.
Nel complesso è tutto molto piacevole e stimolante.

 

" Sono Nando, sono Nando detto Ferdi... vuoi prosciutto e uova verdi?!"

Frase intorno alla quale si sviluppa tutta la filastrocca lunga come un libro.

Due personaggi, uno più buffo dell'altro, un vassoio contenente cibo stranamente colorato, una vertigine di versi e rime che si rincorrono... è il menu di questo libro, adatto ad avvicinare i più piccoli alla lettura ridendo, ma capace di travolgere anche i più grandi.

Io e Mauri leggendola l'abbiamo trovata divertente e nelle illustrazioni abbiamo subito notato l'appartenenza alla stessa mano che creò il Grinch.

 

Gli Zighi e gli Zaghi sono due popolazioni tra loro in lotta, si detestano per un motivo davvero strano. I primi imburrano la parte inferiore delle fette di pane mentre i secondi, al contrario, imburrano quella superiore. E così comincia la Battaglia del Burro, in cui si racconta una guerra combattuta a suon di invenzioni stravaganti. Altrettanto strampalati sono i Rax, due strani personaggi, un pò bizzosi, che si trovano a litigare su chi debba cedere il passo all'altro.

mercoledì 17 settembre 2014

ZUPPA DI LENTICCHIE

Oggi, cercando nello stipetto l'ispirazione per la cena di stasera, ho rinvenuto un sacchetto di lenticchie secche che acquistai un pò di tempo fà. Ho provato per la prima volta a fare la zuppa di lenticchi e il risultato è stato ottimo.
Vi lascio la ricetta.



INGREDIENTI
2 fette di pancetta (tagliata a cubetti)
1 carota
1 gambo di sedano
1/2 cipolla
250 g di lenticchie secche
1 l di brodo di pollo
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
timo
1 cucchiaino di paprika dolce
sale e pepe

PROCEDIMENTO
In una casseruola cuocere la pancetta a fuoco medio-alto fino a quando è croccante, circa 3 minuti.
Aggiungere nella pentola la cipolla, le carota e il sedano, cuocere a fuoco medio finché sono tenere, circa 5 minuti.
Aggiungere le lenticchie, concentrato di pomodoro, brodo di pollo, timo, paprika, sale e pepe; mescolare. Fare bollire fino a quando le lenticchie sono cotte, circa 30 minuti.

lunedì 1 settembre 2014

CUCINARE SANO CON LE PENTOLE IN CERAMICA

*Nell'immagine Padella Natura Mia - La Natura in Tavola (rivestimento nano ceramico in Natural ceramic)


La ceramica è atossica e naturale. Con le pentole in ceramica è possibile cucinare senza aggiungere grassi vegetali o animali per evitare che i cibi si attacchino durante la cottura, quindi perfette per una cucina sana e povera di grassi.
Il fondo in acciaio inox ad accumulo di calore garantisce un lungo tempo di conservazione e la sua redistribuzione in modo uniforme su tutta la superfice per una cottura graduale.
Io uso solo mestoli in legno e spatoline in silicone o plastica morbida, non usare all'interno coltelli o forchette niente spugnette abrasive che potrebbero graffiare.
Lavarle è semplicissimo, si possono lavare in lavastoviglie ma in realtà non sarebbe nemmeno necessario, basta una passata di spugna e sono subito pulite, non rimane nessuna patina di unto.
L'unica accortezza da avere è quella di evitare grandi sbalzi termici, ad esempio metterle dal frigorifero al fuoco perchè la ceramica potrebbe rompersi.


Commento mio personale: cucinare i cibi sul fondo bianco delle pentole in ceramica è bellissimo, fa un effetto completamente diverso.

.....

Le padelle antiaderenti in teflon ci sembra ci abbiano facilitato non poco la vita in cucina. Questo fino a che dopo averle usate per qualche tempo, iniziano a perdere la loro antiaderenza, i cibi iniziano ad attaccarsi, la superficie si graffia e perde dei pezzetti neri di materiale antiaderente e si presenta quindi la necessità di sostituirle.
Il rivestimenti utilizzato invece per le padelle in ceramica è sicuro, resistente, sopporta bene i graffi e garantisce un buon effetto antiaderente.
Ma non sono solo questi i validi motivi per bandire l'utilizzo delle padelle antiaderenti in teflon e optare per l'utilizzo di padelle in ceramica.
Il teflon è una materia plastica liscia al tatto e resistente alle alte temperature (fino a 200°C e oltre), usata nell'industria per ricoprire superfici sottoposte ad alte temperature alle quali si richiede una "antiaderenza" e una buona inerzia chimica. Le padelle da cucina definite "antiaderenti", sono tali perché ricoperte all'interno di uno strato di PTFE (Teflon).
Il PTFE presenta una serie interessante di caratteristiche peculiari che lo avevano portato ad essere considerato materiale strategico fino agli anni settanta.
All'interno del PTFE, vi è il Pfoa, che è un emulsionante e si aggiunge anche per dare omogeneità al composto. Quando però si raggiungono le alte temperature del processo di polimerizzazione, il Pfoa si volatilizza nell' ambiente e resta in tracce nella parte interna della pellicola antiaderente. Nell'ambiente persiste e si accumulai lungo le catene alimentari interessando potenzialmente tutta la popolazione. il Pfoa resta nell’ambiente, e nelle acque, non viene distrutto, è persistente e si bioaccumula”, Questo significa che la sua concentrazione aumenta man mano che si sale nella catena alimentare. Basti pensare che tracce di Pfoa sono state trovate nel sangue della maggior parte degli americani, oltre che nelle maestranze occupate nella produzione di teflon. Inoltre il Pfoa è stato rilevato in molte specie selvatiche come negli orsi polari, in luoghi dove certo le pentole non si fabbricano, e se ne usano pochine, in pesci e cetacei nel Mediterraneo. Secondo uno studio dell' università di Exeter, pubblicato su Environmental Health Perspectives, si comporta come un perturbatore endocrino, provocando malattie della tiroide. In un suo documento l' Efsa rileva come in animali da laboratorio, in caso di esposizione cronica, ci siano stati danni al fegato o effetti tossici sul sistema riproduttivo. Ovvio che questi dati non possono essere trasposti all' uomo ma fanno riflettere, anche per la presenza ubiquitaria di questa sostanza. Le padelle antiaderenti al teflon devono essere usate con una certa accortezza. I legami carbonio-fluoro sono molto forti, ma a temperature molto elevate si possono anche rompere creando specie fluorurate tossiche. Tanto che i produttori raccomandano specificamente di non far surriscaldare lo strumento. Cucinando con diligenza in genere non si arriva a temperature critiche, ma basta che ci si allontani per rispondere al telefono lasciando la padella sul fuoco e non è poi così difficile raggiungere la soglia critica. Nonostante ciò, molti produttori continuano a utilizzare il Pfoa, la precauzione ovvia è di non acquistare più le padelle antiaderenti, invece utilizzandole ricordarsi di non graffiarle, magari usando mestoli in legno ed evitare di portarle a temperature elevate (come succede cucinando la bistecca di carne). Quasi nessuno fa un uso ‘ottimale’ delle padelle antiaderenti. Chi tra i consumatori è attento a non graffiarle? Chi ricorda di gettarle dopo il normale ciclo di vita, che nella maggior parte dei casi è di appena due anni? Chi ha l’accortezza di non usare le padelle se si cuoce senza condimenti? Uno solo di questi errori fa aumentare in maniera esponenziale l'eventuale esposizione alla sostanza.
La Dupont, che per prima ha brevettato il materiale antiaderente, il Teflon, e rifornisce la maggior parte del mercato mondiale di pentolame, dal 2015 bandirà completamente i lTeflon dalle sue produzioni ma già da quest'anno lo sostituirà con un'altra tecnologia antiaderente che avrà minore impatto su ambiente e salute. 

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Oltre alla ceramica, per la realizzazione di pentole, vengono impiegati anche altri tipi materiali tra cui scegliere per cucinare in modo sano e sicuro.

ACCIAIO


Le pentole e le padelle in questo materiale sono solitamente composte da acciaio inox, facili da lavare e resistenti. Adatte pressoché ad ogni tipo di cottura, ponendo attenzione a mescolare di frequente gli alimenti e ad aggiungere una piccola parte di acqua e di olio durante la cottura delle verdure per la preparazione di stufati in modo che esse non rischino di attaccarsi al fondo. L'acciaio inossidabile viene ottenuto da una lega di nichel e cromo: il 18% di cromo e l'8-10% di nichel. Si parla di solito di acciaio inox 18/10. Se ne deduce che l'utilizzo di pentole in acciaio potrebbe risultare inadatto alle persone che soffrono di allergie o intolleranze a metalli come il nichel e il cromo.


RAME

Le pentole di rame sono adatte ad essere utilizzate per ogni tipo di cottura purché contengano anche un parte di stagno che impedisca che nel corso della cottura si verifichi un processo di ossidazione. Le pentole in rame, anche se protette da un rivestimento in stagno, dovrebbero sempre essere utilizzate con la massima attenzione, poiché tale rivestimento protettivo potrebbe facilmente rovinarsi a causa di calore eccessivo o scheggiarsi a contatto con alcuni utensili da cucina.

TITANIO

Le pentole e le padelle in titanio non necessitano di alcun rivestimento in teflon. Il titanio è un materiale duro, resistente e naturalmente antiaderente, che può essere utilizzato con sicurezza anche nel caso ci si avvicini alle pentole o alle padelle con la lama di un coltello da cucina. Le pentole e le padelle in titanio sono praticamente indistruttibili.


TERRACOTTA VETRIFICATA

La terracotta è un particolare tipo di ceramica e un materiale non metallico. Gli utensili in terracotta si riscaldano e rilasciano il calore che hanno assorbito molto lentamente. Le pentole in terracotta possiedono quindi la capacità d garantire una cottura uniforme ed a temperatura costante per qualsiasi tipo di alimento, mantenendo intatti i sapori e permettendo inoltre di contenere l'impiego di grassi. Si tratta di pentole resistenti che permettono di cuocere il cibo a temperature non eccessivamente elevate e che sono in grado di offrire antiaderenza completa, soprattutto se inumidite con dell'acqua prima di procedere alla cottura. La terracotta più sicura ha subito un processo di vetrificazione e non contiene metalli pesanti o sostanze tossiche. Le pentole in terracotta si lavano facilmente con acqua calda.