*Nell'immagine Padella Natura Mia - La Natura in Tavola (rivestimento nano ceramico in Natural ceramic)
La ceramica è atossica e naturale. Con le pentole in ceramica è possibile cucinare senza aggiungere grassi vegetali o animali per evitare che i cibi si attacchino durante la cottura, quindi perfette per una cucina sana e povera di grassi.
Il fondo in acciaio inox ad accumulo di calore garantisce un lungo tempo di conservazione e la sua redistribuzione in modo uniforme su tutta la superfice per una cottura graduale.
Io uso solo mestoli in legno e spatoline in silicone o plastica morbida, non usare all'interno coltelli o forchette niente spugnette abrasive che potrebbero graffiare.
Lavarle è semplicissimo, si possono lavare in lavastoviglie ma in realtà non sarebbe nemmeno necessario, basta una passata di spugna e sono subito pulite, non rimane nessuna patina di unto.
L'unica accortezza da avere è quella di evitare grandi sbalzi termici, ad esempio metterle dal frigorifero al fuoco perchè la ceramica potrebbe rompersi.
Commento mio personale: cucinare i cibi sul fondo bianco delle pentole in ceramica è bellissimo, fa un effetto completamente diverso.
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Le
padelle antiaderenti in teflon ci sembra ci abbiano facilitato non
poco la vita in cucina. Questo fino a che dopo averle usate per
qualche tempo, iniziano a perdere la loro antiaderenza, i cibi
iniziano ad attaccarsi, la superficie si graffia e perde dei pezzetti
neri di materiale antiaderente e si presenta quindi la necessità di
sostituirle.
Il
rivestimenti utilizzato invece per le padelle in ceramica è sicuro,
resistente, sopporta bene i graffi e garantisce un buon effetto
antiaderente.
Ma
non sono solo questi i validi motivi per bandire l'utilizzo delle
padelle antiaderenti in teflon e optare per l'utilizzo di padelle in
ceramica.
Il
teflon è una materia plastica liscia al tatto e resistente alle alte
temperature (fino a 200°C e oltre), usata nell'industria per
ricoprire superfici sottoposte ad alte temperature alle quali si
richiede una "antiaderenza" e una buona inerzia chimica. Le
padelle da cucina definite "antiaderenti", sono tali perché
ricoperte all'interno di uno strato di PTFE (Teflon).
Il
PTFE presenta una serie interessante di caratteristiche peculiari che
lo avevano portato ad essere considerato materiale strategico fino
agli anni settanta.
All'interno del PTFE, vi è il
Pfoa, che è un emulsionante e si aggiunge anche per dare omogeneità
al composto. Quando però si raggiungono le alte temperature del
processo di polimerizzazione, il Pfoa si volatilizza nell' ambiente
e resta in tracce nella parte interna della pellicola antiaderente.
Nell'ambiente persiste e si accumulai lungo le catene alimentari
interessando potenzialmente tutta la popolazione. il Pfoa resta
nell’ambiente, e nelle acque, non viene distrutto, è persistente e
si bioaccumula”, Questo significa che la sua concentrazione aumenta
man mano che si sale nella catena alimentare. Basti pensare che
tracce di Pfoa sono state trovate nel sangue della maggior parte
degli americani, oltre che nelle maestranze occupate nella produzione
di teflon. Inoltre il Pfoa è stato rilevato in molte specie
selvatiche come negli orsi polari, in luoghi dove certo le pentole
non si fabbricano, e se ne usano pochine, in pesci e cetacei nel
Mediterraneo. Secondo uno studio dell' università di Exeter,
pubblicato su Environmental Health Perspectives, si comporta come un
perturbatore endocrino, provocando malattie della tiroide. In un suo
documento l' Efsa rileva come in animali da laboratorio, in caso di
esposizione cronica, ci siano stati danni al fegato o effetti tossici
sul sistema riproduttivo. Ovvio che questi dati non possono essere
trasposti all' uomo ma fanno riflettere, anche per la presenza
ubiquitaria di questa sostanza. Le padelle antiaderenti al teflon
devono essere usate con una certa accortezza. I legami
carbonio-fluoro sono molto forti, ma a temperature molto elevate si
possono anche rompere creando specie fluorurate tossiche. Tanto che i
produttori raccomandano specificamente di non far surriscaldare lo
strumento. Cucinando con diligenza in genere non si arriva a
temperature critiche, ma basta che ci si allontani per rispondere al
telefono lasciando la padella sul fuoco e non è poi così difficile
raggiungere la soglia critica. Nonostante
ciò, molti produttori continuano a utilizzare il Pfoa, la
precauzione ovvia è di non
acquistare più le padelle antiaderenti,
invece utilizzandole ricordarsi di non
graffiarle, magari
usando mestoli in legno ed evitare di portarle a temperature elevate
(come succede cucinando la bistecca di carne). Quasi
nessuno fa un uso ‘ottimale’ delle padelle antiaderenti. Chi
tra i consumatori è attento a non graffiarle? Chi ricorda di
gettarle dopo il normale ciclo di vita, che
nella maggior parte dei casi è di appena due anni? Chi ha
l’accortezza di non usare le padelle se si cuoce senza condimenti? Uno solo di questi errori fa aumentare in maniera esponenziale l'eventuale esposizione alla sostanza.
La Dupont, che per prima ha brevettato il materiale antiaderente, il Teflon, e rifornisce la maggior parte del mercato mondiale di pentolame, dal 2015 bandirà completamente i lTeflon dalle sue produzioni ma già da quest'anno lo sostituirà con un'altra tecnologia antiaderente che avrà minore impatto su ambiente e salute.
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Oltre alla ceramica, per la realizzazione di pentole, vengono impiegati anche altri tipi materiali tra cui scegliere per cucinare in modo sano e sicuro.
ACCIAIO
Le pentole e le padelle in questo materiale sono solitamente composte
da acciaio inox, facili da lavare e resistenti. Adatte pressoché ad
ogni tipo di cottura, ponendo attenzione a mescolare di frequente gli
alimenti e ad aggiungere una
piccola parte di acqua e di olio durante
la cottura delle verdure per la preparazione di stufati in modo che
esse non rischino di attaccarsi al fondo. L'acciaio inossidabile
viene ottenuto da una lega
di nichel e cromo:
il 18% di cromo e l'8-10%
di nichel.
Si parla di solito di acciaio inox 18/10. Se ne deduce che l'utilizzo
di pentole in acciaio potrebbe risultare inadatto alle persone che
soffrono di allergie
o intolleranze a
metalli come il nichel e il cromo.
RAME
Le pentole di rame
sono
adatte ad essere utilizzate per ogni tipo di cottura purché
contengano anche un parte di stagno
che impedisca che nel corso della cottura si verifichi un processo
di ossidazione.
Le pentole in rame, anche se protette da un rivestimento in stagno,
dovrebbero sempre essere utilizzate con la massima attenzione, poiché
tale rivestimento protettivo potrebbe
facilmente rovinarsi a causa di calore eccessivo o scheggiarsi a
contatto con alcuni utensili da cucina.
TITANIO
Le pentole e le padelle in titanio non necessitano di alcun
rivestimento in teflon. Il titanio è un materiale duro, resistente e
naturalmente antiaderente, che può essere utilizzato con sicurezza
anche nel caso ci si avvicini alle pentole o alle padelle con la lama
di un coltello da cucina. Le pentole e le padelle in titanio sono
praticamente indistruttibili.
TERRACOTTA VETRIFICATA
La terracotta è un particolare tipo di ceramica e un
materiale non metallico. Gli utensili in terracotta si riscaldano e
rilasciano il calore che hanno assorbito molto lentamente. Le pentole
in terracotta possiedono quindi la capacità d garantire una cottura
uniforme ed a temperatura costante per qualsiasi tipo di alimento,
mantenendo intatti i sapori e permettendo inoltre di contenere
l'impiego di grassi. Si tratta di pentole resistenti che permettono
di cuocere il cibo a temperature non eccessivamente elevate e che
sono in grado di offrire antiaderenza completa, soprattutto se
inumidite con dell'acqua prima di procedere alla cottura. La
terracotta più sicura ha subito un processo di vetrificazione e
non contiene metalli pesanti o sostanze tossiche. Le
pentole in terracotta si
lavano facilmente con acqua calda.